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Test diagnostici

La CISH per l’identificazione degli agenti eziologici virali

La tecnica di Ibridazione in situ cromogenica (CISH) permette di localizzare il DNA target nei tessuti e viene eseguita su sezioni allestite da paraffina, le stesse che vengono utilizzate routinariamente per eseguire un esame istologico o una immunoistochimica (IIC) a partire dalle biopsie. La differenza con un esame di IIC  è che, mentre questo si basa sull’identificazione di antigeni mediante un legame anticorpale specifico, la CISH rileva il DNA da ricercare tramite delle sonde oligonucleotidiche specifiche.

La sua applicazione in dermatologia veterinaria è stata validata recentemente per alcune malattie virali del gatto: la dermatite herpetica (causata da Feline Herpes Virus-1) e le placche virali/carcinoma in situ Bowenoide o BISC (Bowenoid In-Situ Squamous Cell Carcinoma, causate da un Feline Papilloma Virus). 

Nella dermatite herpetica è molto difficile, con il solo esame istopatologico, emettere una diagnosi di certezza in quanto i corpi inclusi possono essere pochi e di difficile rilievo. L’esame di PCR convenzionale rileva il DNA virale ma non è in grado di discriminare tra un eventuale stato di latenza, presenza di virus vaccinale o infezione. Dal momento che con la CISH viene conservata la morfologia cellulare, è possibile verificare la localizzazione del DNA virale e la sua distribuzione nell’ambito di una lesione cutanea, identificando il ruolo del virus nella genesi della lesione (Figura 1).

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Per quanto riguarda le placche virali /BISC, l’esame istopatologico è derimente nel verificare la presenza delle lesioni e il sospetto che queste siano di origine virale, deriva dal riscontro dei coilociti, effetto citopatico dei papillomavirus.

La CISH, anche in questo caso, preservando la morfologia cellulare, evidenzia il DNA virale nelle cellule, permettendo di verificarne la presenza nelle aree carcinomatose, nelle placche e anche in aree di cute che apparentemente possono sembrare normali (Figura 2).

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Tra i diversi FcaPV (1-2-3-4-5), l’FcaPV-2 è quello maggiormente implicato nell’insorgenza di placche virali e  BISC. 

Da quest’anno possiamo offrirvi questo nuovo servizio diagnostico all’avanguardia a partire da biopsie istologiche di casi sospetti.

Francesca Abramo & Silvia Benali, staff dei patologi di MYLAV

 

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