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MALATTIE INFETTIVE

Le malattie infettive neglette del gatto: le infezioni trasmesse dalle zecche

Dopo avervi parlato delle malattie infettive trasmesse dalle comuni pulci, ecco un altro gruppo di patologie trasmesse da vettori: in questo appuntamento parliamo delle infezioni trasmesse dalle zecche. Molto conosciute e temute nel cane, poco considerate nel gatto. Ma quanto sono diffuse e quanto sono rilevanti tra i felini?

Sono infezioni a cui non pensiamo mai nel gatto, ma sono sempre più descritte, talora con prevalenze inaspettatamente elevate tra i gatti, anche nel nostro paese: magari dobbiamo incominciare a pensarci nei nostri iter diagnostici.

Anaplasmosi

Le zecche del genere Ixodes sono comuni veicoli di batteri appartenenti alla specie Anaplasma phagocytophilum. Questi microrganismi possono causare infezioni in diverse specie animali (domestici, selvatici e anche nell'uomo); il gatto non ne è immune.

La siero-prevalenza nei felini può infatti essere rilevante (oltre al 30% in alcuni studi), anche se raramente i gatti mostrano segni clinici conclamati (es. febbre, anoressia, abbattimento e dolori articolari/diffusi). L'isolamento diretto mediante biologia molecolare (PCR su sangue periferico) ha mostrato prevalenze leggermente più basse, ma in alcuni studi era superiore al 20% nella popolazione campionata.

La diffusione dell'infezione appare rilevante in paesi come USA, Italia, Svezia ed Europa centrale, mentre in altre regioni è molto più limitata. Oltre alla differente distribuzione ambientale del vettore, il rischio di contrarre l'anaplasmosi dipende anche dalle abitudini del gatto, dalla sua possibilità di uscire e di venire infestato dalle zecche del genere Ixodes. La diagnosi di queste infezioni viene eseguita similmente al cane, con sierologia, biologia molecolare su sangue periferico e (molto raramente), mediante la visualizzazione delle classiche morule nei granulociti neutrofili.  

Un'altra infezione molto rara nel gatto, è quella causata da un'altra specie, Anaplasma platys, agente della trombocitopenia ciclica infettiva del cane. Questo batterio è trasmesso da zecche del genere Rhipicephalus, ma poco si sa relativamente al potere patogeno nei confronti dei felini.

Entrambe le forme di anaplasmosi, possono essere trattate con terapie standard, mediante tetracicline, come quelle utilizzate per il cane. Sono tuttavia registrati casi di infezione persistente, nonostante il completamente di un ciclo terapeutico di 3-4 settimane.

Ehrlichiosi

Nelle aree in cui l'ehrlichiosi canina è diffusa, si possono registrare casi di infezione da Ehrlichia canis anche nei gatti.

Tuttavia, molto meno si conosce relativamente all'eventuale patogenicità del batterio nei felini, e quindi sullo sviluppo o meno di una malattia conclamata. In regioni endemiche, è possibile rilevare felini sieropositivi per E.canis.

Anche la PCR su sangue periferico può rivelare occasionalmente DNA di E.canis. Nonostante alcuni sporadici casi caratterizzati da malessere generalizzato e citopenie periferiche, ben poco si conosce relativamente a questa Vector Borne Disease (VBD) nel gatto.

Rickettsiosi

Sebbene in diversi paesi (es. USA, Italia, Spagna), sia possibile rilevare una certa siero-prevalenza per Rickettsia sp. nei gatti e il DNA di Rickettsia sp sia stato isolato dal sangue di gatti in diversi studi, si presume che il potere patogeno di questi microrganismi sia limitato nel gatto, così come nel cane.

Borreliosi

Diverse specie di Borrelia possono causare infezione nei felini. In molti casi si tratta di soggetti solamente siero-positivi, in assenza di alcun segno clinico. In alcuni rari casi, la presenza di DNA batterico, o addirittura di spirochete ben visibili nello striscio ematico, sono associati ad una patologia sistemica febbrile. Il trattamento di elezione di queste rare infezioni è basato sull'uso di tetracicline.

Piroplasmosi

Diverse specie di Babesia e Cytauxzoon possono infettare i gatti. Alcuni rari casi sono stati descritti anche nel nostro paese.

L'infezione viene solitamente rilevata all'esame dello striscio ematico, in cui è possibile osservare piccoli piroplasmi con forma ad anello (Figura 1) e deve essere confermata da una biologia molecolare. Anche per questi agenti, l'infezione può decorrere in forma più o meno grave, talora con una seria patologia infiammatoria sistemica, talora fatale. Anche la risposta alle terapie non è sempre ottimale e purtroppo la prognosi può essere molto riservata, anche nei pazienti correttamente diagnosticati e trattati.

Figura 1. Piccoli piroplasmi a forma di anello all'interno di alcuni eritrociti in uno striscio ematico di gatto.

 

 

Hepatozoonosi

Diverse specie di Hepatozoon possono infettare i felini, sebbene la patogenesi sia poco conosciuta. Recenti ricerche hanno isolato il DNA di Hepatozoon con una inaspettata prevalenza anche in Europa (5-9% di isolamento di DNA parassitario nel sangue di due gruppi di gatti in sud Italia e Germania, rispettivamente).

Raramente capita di osservare gamonti intra-leucocitari di Hepatozoon negli strisci periferici di gatti (vedi Figura 2). Anche le manifestazioni cliniche, prevalentemente febbrili ed aspecifiche, sono di difficile inquadramento, così come l'eventuale terapia anti-parassitaria, data l'esiguità dei dati in letteratura.

Figura 2. Striscio di gatto periferico con un gamonte fagocitato da un neutrofilo (freccia rossa). Per gentile concessione del Dr. Carlo Poretti, Varese.

 

In conclusione, possiamo dire che le stesse malattie trasmesse dalle zecche che affliggono i cani, possono colpire anche i gatti, sebbene in questa specie la patogenesi, le manifestazioni cliniche e le procedure terapeutiche siano ben poco consolidate. Ma il primo passo per imparare a riconoscerle, è sapere che anche nei gatti esistono ... eccome.

 

Bibliografia

Lappin et al (2020) Role of bector-borne pathogens in the development of fever in cats. Tick- and sandflies-associated diseases. JFMS 22: 41-48.

Schafer & Kohn (2020). Anaplasma phagocytophilum infection in cats. JFMS 22: 428:441.

 

Walter Bertazzolo, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV.

 

 

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