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MALATTIE INFETTIVE

Sierologia per Leishmania e variabilità stagionale

La sierologia quantitativa mediante IFI o ELISA rappresenta un utile test di screening iniziale per la valutazione di un paziente esposto alla Leishmania. Il maggior rischio di contatto con i vettori del parassita (i flebotomi) in Italia, intercorre nel periodo tra Aprile e Novembre.

Un recente studio ha valutato quindi quale possa essere la variabilità stagionale dei titoli sierologici nel cane e il suo eventuale impatto clinico.

Gli esami sierologici mediante IFI ed ELISA per la rilevazione degli anticorpi anti-Leishmania, sono strumenti essenziali nello screening dei cani: essendo in grado di determinare un titolo semi-quantitativo (basso, medio, elevato), permettono al clinico di inquadrare meglio l'eventuale esposizione del paziente alla infestazione. Con le debite eccezioni, titoli sierologici bassi spesso sono associati a una semplice esposizione, in assenza di malattia conclamata oppure sono conseguenti a forme cliniche più blande, mentre titoli elevati sono quasi sempre riconducibili ad una patologia più o meno seria.

Un recente studio appena pubblicato sul Veterinary Journal da autori italiani (Cavalera et al, 2021), ha valutato l'andamento del titolo sierologico IFI in un gruppo di 65 cani clinicamente asintomatici ma sieropositivi, in una regione ad elevata endemia per Leishmania (la Puglia).

Il titolo IFI è stato valutato in almeno due occasioni: la prima durante la stagione di massima esposizione ai flebotomi (giugno), la seconda durante un periodi di bassa esposizione (febbraio/marzo dell'anno successivo).

Tutti i cani, tranne uno, non hanno nel frattempo sviluppato segni clinici riconducibili a leishmaniosi. Il 55% dei cani mostrato una riduzione del titolo rispetto al valore basale, il 18% è rimasto stabile, mentre il 26% ha mostrato un aumento del titolo sierologico. Alcuni cani sieropositivi durante il periodo di esposizione ai flebotomi, si sono addirittura negativizzati nel prelievo successivo (in particolare quelli con titoli iniziali bassi).

Questa variabilità può essere spiegata sia con una differente esposizione al parassita, che con lo sviluppo di una immunità cellulo-mediata più efficace, che abbia permesso il controllo dell'infestazione e impedito lo sviluppo di manifestazioni cliniche della patologia. Inoltre i risultati di questo studio devono indurre i clinici ad interpretare il risultato degli esami sierologici da loro effettuati, considerando attentamente la stagione del campionamento, a monitorare attentamente i cani sieropositivi in modo da evidenziare lo sviluppo di alterazioni clinico-patologiche sospette (es. mediate esami emato-biochimici e delle urine) e di confermare eventualmente l'infestazione, mediante test di identificazione diretta del parassita (es. citologia e/o PCR).

Figura 1. Midollo osseo di cane con infestazione da Leishmania.

  

Walter Bertazzolo, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV.

 

 

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