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Test diagnostici

Un nuovo marker di danno renale nel cane: la misurazione del NGAL nelle urine

L'NGAL è un promettente biomarker di danno renale acuto nel cane. Vediamo a cosa serve e dove possiamo dosarlo. 

La diagnosi di insufficienza renale acuta o meglio di danno renale acuto (AKI) è basata su diversi rilievi clinici e di laboratorio:

  • Gli animali spesso sono in buono stato di salute generale, a testimonianza di una evoluzione molto rapida della patologia, al contrario dei pazienti cronici
  • Non è solitamente presente anemia (tipica invece delle forme croniche)
  • La produzione urinaria è molto bassa se non virtualmente assente (oliguria o anuria; il cosiddetto “blocco renale”)
  • Vi è un repentino aumento di azotemia e creatinina
  • Vi è una eccesiva perdita di alcuni componenti normalmente presenti nelle urine (es. glucosio, elettroliti, proteine)
  • Vi è lo sviluppo di anomalie emogas-analitiche nel sangue (es. lo sviluppo di acidosi metabolica)
  • Sono presenti alterazioni ecografiche renali compatibili e non riconducibili ad una patologia renale cronica

La diagnosi precoce di AKI può non essere così semplice: nelle fasi precoci l’aumento di azotemia e creatinina può essere solo modesto o assente. Inoltre non avendo a disposizione i valori basali normali di creatinina del paziente, non è sempre agevole rilevare delle minime variazioni dal suo livello fisiologico. Un valore di creatinina di 1,6 mg/dL potrebbe apparire poco significativo in un cane che non sta molto bene: ma se lo stesso paziente avesse avuto il giorno precedente un valore basale fisiologico di 1,0 mg/dL, questo improvviso incremento potrebbe essere già indicativo di danno renale e nascondere presumibilmente un rapido decremento della velocità di filtrazione glomerulare (VFG). Tale condizione  potrebbe essere responsiva al trattamento con fluido-terapia (“Volume responsive Akute Kidney Injury; VR-AKI”; cosiddette forme pre-renali), oppure essere realmente legata ad un danno renale a carico dei nefroni (“Intrinsic AKI; I-AKI”; cosiddetto danno renale intrinseco).

Da decenni si studiano potenziali marker plasmatici ed urinari in grado di individuare precocemente (ovvero prima che aumentino creatinina e urea) il danno renale acuto: l’utilizzo di tali biomarker faciliterebbe il riconoscimento precoce di un AKI e quindi promuoverebbe una terapia più aggressiva e mirata, fin dalle prime fasi della malattia.

Figura 1. Necrosi tubulare renale in un esame istologico di cane. (Per gentile concessione del Prof. Luca Aresu, Università di Torino).

Uno dei biomarker più promettenti, utilizzato da qualche anno in medicina umana e recentemente investigato anche in medicina veterinaria è l’NGAL (“Neutrophil gelatinase-associated lipocalin”), una molecola di 25 kD prodotta da neutrofili e cellule epiteliali e coinvolta nella protezione naturale contro le infezioni batteriche (ha il ruolo di impedire l’utilizzo del ferro da parte dei batteri, limitandone la loro crescita e la potenziale diffusione nei siti di infezione).

L’NGAL prodotto nei vari tessuti viene eliminato per via renale, ma viene anche riassorbito dalle cellule epiteliali dei tubuli renali: un danno a carico di queste cellule può pertanto aumentare l’escrezione urinaria della molecola. Le cellule epiteliali tubulari renali producono, inoltre, grandi quantità di NGAL, soprattutto durante un evento dannoso a carico dei nefroni (di natura ischemia, tossica o infiammatoria). L’effetto finale è un aumento dell’escrezione urinaria di NGAL in queste situazioni patologiche: questo aumento repentino può precedere l’instaurarsi delle altre classiche alterazioni riconducibili alla classica insufficienza renale acuta.

Recenti studi hanno dimostrato come in corso di AKI, sia nelle forme di VR-AKI che in quelle di I-AKI, l’escrezione urinaria di NGAL sia molto aumentata rispetto ai soggetti sani. Un’altra causa di aumento sono i processi infiammatori sistemici, sia per l’aumentata produzione sistemica di NGAL, che per l’eventuale effetto sull’integrità renale. Non sembra che l’aumento di NGAL sia correlabile alla prognosi dell’AKI ed al tipo di patogenesi. In uno studio recente, ad esempio, animali con AKI da leptospirosi avevano concentrazioni di NGAL molto elevate, ma non differenti rispetto a quelle di cani affetti da AKI con cause differenti.

Ricordiamo infine che a differenza dell'SDMA e della creatinina, che sono correlati con la VFG, l'NGAL è un puro marker di flogosi e di danno anatomico/cellulare a carico dei tessuti renali (in particolare dei tubuli).

L'NGAL è finora stato un biomarker utilizzato più che altro in ambito di ricerca e tossicologico, ma dal 2021 saremo in grado di fornire la determinazione di NGAL urinario (sia come valore assoluto, che come concentrazione normalizzata alla creatinina), misurato mediante tecnologia ELISA, ai clienti del laboratorio Mylav che ne volessero sfruttare il suo potenziale diagnostico promettente.

Francesco Dondi, Università di Bologna, consulente di Mylav per Medicina Interna e Nefrologia

Walter Bertazzolo, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV.

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