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Linfonodi intra-addominali megalici nel gatto: la citologia spesso non basta

Si tratta di un rilievo clinico ed ecografico molto comune in medicina felina: l'aumento di volume dei linfonodi viscerali intra-addominali. Viene regolarmente, e giustamente, approfondito in primo luogo attraverso una citologia per FNA. I clinici ripongono molte aspettative in questa procedura diagnostica, ma nell'esperienza del citopatologo, queste aspettative spesso vengono deluse. Un recente studio ha avvalorato questa ridotta affidabilità della citologia in queste situazioni: cerchiamo di spiegarvi il perché.

Quante volte nella nostra pratica viene riscontato un aumento di volume dei linfonodi viscerali addominali (es. mesenterici, ileo-colici, gastrici, pancreaticoduodenali, iliaci mediali, ecc.)  nel gatto? Si tratta spesso di pazienti felini con le più disparate presentazioni cliniche: anoressia, ittero, sintomi gastroenterici, dolore addominale, versamento cavitario, e così via.

Talvolta questi linfonodi megalici sono associati ad altre anomalie dei visceri, identificabili all'esame ecografico. Giustamente, il primo step diagnostico che viene proposto al proprietario è proprio una citologia per FNA dei linfonodi megalici, nella speranza di poter individuare dei quadri citopatologici specifici di una particolare malattia e di poter escludere soprattutto una neoplasia (es. un linfoma).

Nell'esperienza del citopatologo medio (a cui io appartengo), purtroppo nella maggior parte dei casi si rilevano aspetti microscopici poco specifici (es. una linfadenopatia reattiva); se siamo più fortunati riusciamo ad individuare quadri più rari e un po' più indicativi (come una linfadenite piogranulomatosa in un sospetto di FIP, oppure un linfoma dei linfociti granulari o ad alto grado, o addirittura infezioni rare come le micobatteriosi o la criptococcosi).

La situazione più classica è la seguente: gatto con sintomi gastroenterici vaghi e con alterazioni ecografiche della parete gastrica e/o intestinale e con linafadenomegalia viscerale regionale. Siccome la parete del tubo gastroenterico è difficilmente (e spesso con scarsi risultati, a meno che non siano presenti evidenti masse) campionabile mediante FNA, il clinico opta per il campionamento citologico dei soli linfonodi. Ebbene in questi casi è molto difficile raggiungere una diagnosi certa, perché il quadro linfonodale spesso è aspecifico e non è detto che sia correlabile con la patologia primaria.

Un recente studio pubblicato sul Journal of Feline Medicine and Surgery (Correa & Demetriou "Retrospective assessment of the clinical relevance of surgical biopsies of abdominal lymph nodes in cats: 51 cases (2014-2018) ha confrontato i risultati della biopsia istologica linfonodale con quelli dell'esame citologico per FNA, in pazienti felini con vari tipi di patologie (infiammatorie e neoplastiche). Sebbene la specificità della citologia per una diagnosi di neoplasia fosse elevata (100%), la sua sensibilità è risultata inaccettabilmente bassa (solo il 20% nel rilevare metastasi regionali linfonodali di neoplasie intestinali). 

Figura 1: linfadenite eosinofilica mesenterica in un gatto. Questo rilievo citologico può purtroppo associarsi a diverse eziologie quali forme infiammatorie eosinofiliche/allergiche intestinali, sindrome iper-eosinofilica e soprattutto linfoma T intestinale. Solo una biopsia linfonodale e degli altri visceri permette una diagnosi definitiva.

 

I motivi di questa sensibilità così bassa possono essere molteplici: il linfonodo campionato può mostrare micro-metastasi all'esame istologico non rilevabili mediante FNA (limite dovuto al campionamento per FNA che può non essere rappresentativo di tutto il linfonodo). Inoltre, molti linfomi alimentari felini sono a basso grado e a piccole/medie cellule: senza una valutazione istologica dell'architettura linfonodale, è quasi impossibile identificare queste neoplasia con un FNA del linfonodo interessato. 

Questo studio sottolinea quindi l'importanza di ottenere campioni istologici multipli (visceri interessati e linfonodi regionali) nei pazienti felini con linfadenomegalia addominale, e di non basarsi sulla sola citologia per indirizzare il problema verso una patologia infiammatoria VS neoplastica, ma di integrare tutti i dati clinici, citologici ed istologici con eventuali altre indagini avanzate (es. immuno-istochimica e PARR) nei casi dubbi.

Walter Bertazzolo, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV.

 

 

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