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COME SI ANALIZZANO GLI UROLITI

Lo studio della composizione dei calcoli urinari nel cane e nel gatto, viene sfruttata clinicamente per la gestione delle urolitiasi (es. per modificazioni della dieta e dell’apporto in sali ed acqua, o mediante l’introduzione di integratori specifici che ne riducano la probabilità della recidiva).

Ma come viene valutata la composizione chimica di queste formazioni? Ci sono diverse possibilità analitiche, ma il primo step è comune a tutte e sta nella selezione e preparazione del campione. L’urolita o gli uroliti devono essere frantumati e/o sezionati in modo da camponarne una piccola porzione, magari selezionandone aree diverse (soprattutto quando sono molto voluminosi) nel nucleo o nella porzione più esterna. Utilizzando un mortaio ed un pestello, vengono quindi ridotti in polvere. 

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A questo punto, questa polvere può venir analizzata mediante diverse metodologie. 

Una prima possibilità è quella di utilizzare dei kit di analisi chimica, che attraverso una serie di reazioni piuttosto semplici permette in molti casi di individuare la composizione del calcolo analizzato. Purtroppo questa metodica, a fronte di costi di esercizio molto bassi e senza necessità di strumentazioni complesse, ha dei limiti analitici, in quanto è accurata nella rilevazioni di alcune sostanze (es. struvite, ossalati) mentre è molto più fallace nel rilevarne altre (es. xantina, cistina).

Una seconda possibilità è quella di utilizzare tecniche di diffrazione a raggi X o la spettroscopia infra-rossa (IR). Queste ultime due teconologie hanno mostrato accuratezza analitica simile pertanto, a fronte di una mancanza di problemi di sicurezza sul lavoro (che invece affliggono le tecnologie a raggi X), la spettroscopia IR ha ormai soppiantato tutte le altre tecnologie nella maggior parte dei laboratori di analisi umani. Anche il nostro laboratorio utilizza attualmente questa metodologia. Il calcolo urinario polverizzato viene analizzato direttamente (spettroscopia ATR - a Riflettanza Totale Attenuata) o dopo miscelazione con KBr (spettroscopia FT-IR - Spettroscopia a Trasformata di Fourier), mediante un raggio di luce IR. Quando gli atomi di un composto inorganico o di una molecola organica vengono investiti da una radiazione IR, subiscono della alterazioni strutturali transitorie che generano degli spettri di assorbimento rilevati dallo strumento, che sono una sorta di impronta digitale di ogni gruppo chimico. 

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Lo strumento, rilevando questo spettro specifico, lo confronta con un adtabase di migliaia di altri spettri riconducibili a vari tipi di sostanze organiche ed inorganiche. In questo modo in pochi secondi, è in grado di determinare la sostanza o le sostanze che compongono il calcolo da esaminare. Nell’esempio in figura, si osservi lo spettro del campione (in rosso in alto) paragonato con uno di confronto del datatabase (in blu in basso, in questo caso riferito all’ossalato di calcio).

 

Walter Bertazzolo, Direttore Scientifico di Mylav

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