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TROMBOCITOSI: CHE FARE?

Tratto da Woolcock et al JVIM 2017; 31: 1691-1699

La trombocitosi è definita come un aumento del numero di piastrine nel sangue periferico (vedi Figura 1 a fianco) e si distingue in:

1) Primaria: disordine proliferativo che interessa la linea megacariocitica/piastrinica dalle cause sconosciute ed è definita come “trombocitemia essenziale”. Per la diagnosi di questa rara condizione è necessario escludere tutte le altre cause di trombocitosi secondaria sotto elencate.

2) Secondaria: molto più comune della primaria, può dipendere da numerose condizioni patologiche:

a) Infiammatorie: è causata da una iperproduzione di citokine infiammatorie, tra cui l’interleukina-6, che promuove la sintesi epatica di trombopoietina (TPO), ormone che stimola la produzione di piastrine nel midollo osseo

b) Traumatiche: causata probabilmente da meccanismi differente tra cui infiammazione e stimolazione della trombopoiesi a seguito della perdita ematica

c) Neoplastiche: anche in questo caso i meccanismi eziopatogenetici sono multipli ed includono induzione di infiammazione, emorragie e possibile produzione di sostanze trombopoietiche direttamente da parte del tumore

d) Endocrine (es. Iperadrenocrticismo spontaneo): il cortisolo tende ad aumentare la concentrazione piastrinica secondo meccanismi non ben definiti. Anche l’ipersecrezione di catecolamine aumenta momentaneamente la concentrazione piastrinica, soprattuto per contrazione splenica (che rappresenta una riserva di piastrine)

e) Splenectomia: la milza è un serbatoio naturale di piastrine e la sua rimozione conduce ad aumenti persistenti e moderati della concentrazione piastrinica

f) Trombocitosi “rebound”: è secondaria a gravi condizioni di piastrinopenia, nelle quali la causa della riduzione piastrinica viene successivamente rimossa o controllata. Il midollo osseo, divenuto nel frattempo iperplastico, produce quindi un aumentato numero di piastrine

g) Carenza di ferro: le anemie emorragiche croniche conducono a carenza di ferro e a trombocitosi, probabilmente perché il ferro è un inibitore naturale della TPO e in sua carenza l’effetto di quest’ultima è incrementato

h) Somministrazione di alcuni farmaci tra cui cortisonici, epinefrina e vincristina.

La trombocitosi può essere un problema clinico, soprattuto se persistente ed “estrema” (ovvero con conte piastriniche >1.000.000/uL), essendo associata a rischi tromboembolici documentati nell’uomo.

Uno studio realizzato presso la Pordue University ha valutato quali fossero le condizioni patologiche più comunemente associate a trombocitosi nel cane. Sono stati inclusi nello studio quei casi che presentavano conte piastriniche >500.000/uL nel quinquennio 2011-2015. La prevalenza di trombocitosi era del 5.4% considerando il numero di emocromi analizzati, e del 7.2% considerando il numero di cani affetti (alcuni cani erano stati sottoposti a più emocromi nel quinquennio).

Le principali cause di trombocitosi erano le neoplasie (circa la metà dei casi), seguite a breve distanza dalle patologie infiammatorie. Numerosi tipi tumorali erano associati a trombocitosi tra cui in ordine di frequenza i carcinomi transizionali, il linfoma, i sarcomi ed il mastocitoma. Le endocrinopatie (Cushing, diabete mellito e ipotiroidismo) rappresentavano circa 1/10 dei casi riscontrati. Un numero elevato di soggetti (circa 16%) presentava tuttavia patologie multiple e in molti casi vi era un concomitante trattamento con cortisonici (circa 1/3 dei casi totali individuati nello studio).

Non vi erano differenze significative nell’entità della trombocitosi in queste diverse categorie (vedi Figura 2 tratta dall'articolo originale, disponibile liberamento online).

Non si riscontrava nessun caso di trombocitemia essenziale, confermando la rarità della condizione.

In conclusione, da questo studio emergeva come:

- La trombocitosi è quasi sempre associata a neoplasie, malattie infiammatorie e/o trattamenti con cortisonici

- Le principali patologie infiammatorie riscontrate erano le malattie immuno-mediate, le infiammazione gastro-enteriche e quelle epatobiliari

- La somministrazione di cortisonici in molte di queste patologie potrebbe essere la vera causa di trombocitosi, talora estrema

- La pseudo-iperkaliemia è un riscontro comune nei cani con tromboitosi ed è legata ad un rilascio eccessivo di potassio da parte delle piastrine in-vitro.

- Rischio tromboembolico: a differenza dell’uomo, non ci sono dati certi relativi al rischio tromboembolico nei cani con tromboitosi, e di conseguenza mancano linee guida terapeutiche a riguardo

Walter Bertazzolo, Pino Menga & Ugo Bonfanti

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