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L’ACTH nel gatto: si può misurare? E a cosa può servire?

La misurazione dell'ACTH può essere di aiuto nell'inquadramento di alcune patologie dell'asse ipotalamo-ipofisi surrene nel cane. E nel gatto?

Nel gatto, le patologie surrenaliche sono meno frequenti rispetto al cane. Prevalgono le neoplasie della corticale surrenalica, che solitamente esitano in un iper-aldosteronismo primario. Il morbo di Cushing e il morbo di Addison sono invece condizioni piuttosto rare e di difficile inquadramento clinico. I test endocrini che  vengono utilizzati per diagnosticare tali disendocrinie, sono solitamente gli del cane (es. il test di soppressione a basse dosi con desametasone per il Cushing, il test di stimolazione con ACTH per la conferma di un Morbo di Addison).

Figura 1. Gatto con morbo di Cushing e diabete mellito, con alopecia e fragilità cutanea.

Negli ultimi anni, nel cane si è ricorso sempre più spesso alla misurazione dell’ACTH endogeno per l’inquadramento di queste patologie, in particolare per meglio definire la sede di origine di un iperadrenocorticismo o per aumentare l’accuratezza nella diagnosi dell’Addison. Ad esempio, in un iperadrenocorticismo di origine pituitaria (Pituitary-Dependent Hyperadrenocorticism – PDH) l’ACTH risulta essere elevato, mentre risulta ridotto in corso di un iperadrenocorticismo surrenalico (Adrenal-Dependent Hyperadrenocorticism - ADH). In caso di morbo di Addison, a fronte di una marcata riduzione del cortisolo, si assiste ad un marcato aumento della secrezione di ACTH come effetto feed-back, ed il rapporto tra i due ormoni è stato proposto come metodo per ottimizzare l’accuratezza diagnostica, nell’identificazione di questa patologia nel cane.

Uno studio appena pubblicato sul Journal of Feline Medicine and Surgery (Tardo et al, JFMS 2021 Feb;23(2):67-73.  doi: 10.1177/1098612X20925686. Epub 2020 Jun 1) ha valutato la possibilità di misurare l’ACTH plasmatico anche nel gatto, con i seguenti obiettivi:

  • Stabilire se la metodica comunemente utilizzata nei laboratori (mediante chemioluminescenza) risulti applicabile anche al gatto (validazione analitica)
  • Stabilire i valori di riferimento per il gatto sano
  • Stabilire quale possa essere l’applicazione clinica della misurazione dell’ACTH nei gatti con PDH, ADH e Morbo di Addison

La risposta al primo punto è stata che la misurazione dell’ACTH felino, mediante la chemioluminescenza, ha condotto a valori di precisione ed accuratezza analitica decisamente soddisfacenti, ed è pertanto utilizzabile nella pratica clinica. L’intervallo di riferimento per i gatti sani è stato determinato in 32-370 pg/mL, molto superiore a quello dei cani (6-58 pg/mL), ma simile a quello precedentemente determinato con tecniche radio-immunometriche.

I gatti sani e quelli con patologie extra-surrenaliche varie, mostravano concentrazioni di ACTH <400 pg/dL, mentre tutti i gatti con Addison avevano concentrazione di ACTH più alti del limite superiore di rilevabilità della metodica (>1250 pg/mL). Tutti i gatti con PDH, eccetto uno, avevano concentrazioni superiori ai 400 pg/mL. Rispetto al cane, la sensibilità della misurazione dell’ACTH per identificare i pazienti con un PDH appare quindi molto superiore: i cani con PDH infatti mostrano concentrazioni di ACTH variabili, spesso sovrapponibili a quelle dei soggetti sani e la sola misurazione dell’ormone non permette di trarre conclusioni diagnostiche, in assenza di altri dati clinici e di laboratorio.

Il principale problema nella misurazione dell’ACTH, come d’altronde descritto anche nell’uomo e nel cane, è la tendenza alla rapida degradazione dell’ormone, per effetto di una proteolisi progressiva. Nel cane si suggerisce di addizionare aprotinina ai campioni, per prevenire tale degradazione, ma nello studio sui campioni felini, questa molecola anti-proteolitica non ha mostrato vantaggi significativi rispetto alla semplice refrigerazione del campione. Va tenuto conto che, in condizioni di refrigerazione, la perdita di concentrazione di ACTH può variare intorno al 10-20% ogni 24h: questo deve essere tenuto ben presente qualora si volesse misurare la molecola nei pazienti felini.

In conclusione, l’ACTH può essere misurato nel gatto e può essere molto utile nelle seguenti situazioni cliniche:

  • Confermare un morbo di Addison
  • Confermare un PDH
  • Differenziare un PDH (valori di ACTH alti) da un ADH (valori di ACTH bassi)

 

Federico Fracassi, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Internal Medicine (Dipl. ECVIM-CA); Università di Bologna e consulente di MYLAV.

Walter Bertazzolo, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV.

 

 

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